Se sei una vittima di rituali satanici, di plagio o manipolazione mentale ad opera di sette,
se ti senti in pericolo a causa di persecuzioni da parte di gruppi da cui vorresti uscire,
scrivimi con la certezza che manterrò il tuo anonimato: magdalene.alabaster@gmail.com





Sette sataniche: intervista all'esorcista P. Amorth

Le riflessioni sull'azione di Satana nella nostra vita, non possono non gettare uno sguardo su quella realtà "organizzata" attraverso la quale il demonio agisce per diffondere nel mondo il suo piano di morte: le sette sataniche. A questo proposito continuiamo a pubblicare alcuni stralci di un'intervista rilasciata da don Gabriele Amorth alla rivista "30 GIORNI" (n. 7/8 2000 - vd. Eco 154).
"Quello che so sulle sette sataniche mi viene detto dalle persone che con enorme fatica e con grave rischio personale decidono di uscirne. Ne escono sempre estremamente segnate, con influenze diaboliche che provocano loro grandi sofferenze, ed hanno bisogno di esorcismi per esserne liberate. Chi decide di uscire dalle sette sataniche vive in uno stato di grande terrore. In America viene ucciso, in Italia ancora no. Ma le sette sataniche fanno malefici, cioè compiono riti satanici contro le persone che le abbandonano.
D. Lei ha l'impressione che le sette sataniche si stiano diffondendo molto in Italia?
R. In Italia ritengo che siano sei-settecento. Si tratta sempre di gruppi molto piccoli, perché così si possono riunire con maggior facilità e sono difficili da individuare. Sono solo quattro le grandi sette sataniche in Italia, le altre sono formate da una decina di persone ciascuna.

Ma in Italia c'è una grande diffusione del satanismo che va oltre le sette. E coinvolge un grandissimo numero di persone. Basti pensare al rock satanico. Non accuso assolutamente - sarebbe ridicolo - la musica rock. Ma c'è una sua forma, appunto il cosiddetto rock satanico, che predica il nichilismo più assoluto, combatte la religione cattolica e qualsiasi ordine sociale. Insegna che tutto è permesso e che l'individuo è dio. Esso porta a odiare la Chiesa.

Ci sono tuttavia molte altre forme di diffusione del satanismo. Recentemente ho visto un libretto posseduto da una ragazzina in cui si insegna sia la consacrazione a Satana sia tutti i modi per suicidarsi. E i suicidi tra gli adolescenti sono sempre più diffusi. Del resto, Dio è il Dio della vita, Satana è il Signore della morte. Sant'Agostino diceva che se Dio non lo bloccasse il demonio ci ucciderebbe tutti.
D. Perché proprio in questo periodo si diffonde così tanto il satanismo?
R. Perché non esiste più un motivo per vivere. I giovani ricevono dai genitori tutto, tranne la fede. Quando scompare la fede dalla vita di un popolo, ci sai abbandona alla superstizione e, oggi, soprattutto all'occultismo.
D. Molti hanno l'immagine delle sette sataniche come un gioco...
R. Purtroppo è vero. E infatti molti ci entrano per vincere la noia. Occultismo e satanismo hanno sempre destato grande curiosità. Avere esperienze ed emozioni nuove, imparare cose nuove affascina: chi entra in sette sataniche ha l'attrattiva di acquistare poteri che altri non hanno. E Satana li dà davvero i suoi doni: ricchezza, piacere e successi. Sono le stesse tentazioni subite da Cristo: "Ti do tutto il mondo se prostrato mi adorerai". E sapesse quanti si inginocchiano, al giorno d'oggi, di fronte a Satana!
D. Siamo di fronte a una pericolosa esclation del satanismo?
R. Credo proprio di sì. C'è colui che leggendo queste cose ne inorridisce, ma anche chi ne trae esempio da imitare. E oggi il satanismo viene sempre più reclamizzato. Del resto, le sette sataniche, si diffondono anche per mezzo di internet. E' sufficiente mettere in ricerca "Satana" o "sette sataniche" e si riceve un'istruzione completa, anche sulla maniera di prendere contatto con loro. Non a caso stanno aumentando i furti di ostie consacrate che voi vengono messe in vendita... Bisogna dire che i satanisti credono davvero alla presenza reale di Gesù nell'eucaristia. Più di tanti cattolici."
Lei ha l’impressione che le sette sataniche si stiano diffondendo molto in Italia?
AMORTH: In Italia ritengo che siano sei-settecento le sette sataniche. Si tratta sempre di gruppi molto piccoli, perché così si possono riunire con maggior facilità e sono difficili da individuare. Sono solo quattro le grandi sette sataniche in Italia: tutte le altre sono formate da una decina di persone ciascuna. Sono quindi più di 7000 le persone che nel nostro Paese fanno parte di sette sataniche. Ma in Italia c’è una grande diffusione del satanismo che va oltre le sette. E coinvolge un grandissimo numero di persone. Basti pensare al rock satanico. Non accuso assolutamente – sarebbe ridicolo – la musica rock. Ma c’è una sua forma, appunto il cosiddetto rock satanico, che predica il nichilismo più assoluto, combatte la religione cattolica e qualsiasi ordine sociale. Insegna che tutto è permesso, e che l’individuo è dio. Anche le tre ragazze che hanno ucciso suor Maria Laura erano, senza alcun dubbio, dedite al rock satanico. E il rock satanico porta a odiare la Chiesa. Tanto che la prima vittima designata dalle ragazze era il parroco, ma poiché era troppo robusto, hanno avuto paura di non riuscire a sopraffarlo. E allora hanno scelto questa suora.
Ma ci sono anche molte altre forme di diffusione del satanismo. Proprio in questi giorni ho visto un libretto posseduto da una ragazzina in cui si insegna sia la consacrazione a Satana sia tutti i modi per suicidarsi. E i suicidi tra gli adolescenti sono sempre più diffusi. Del resto, Dio è Dio della vita, Satana è il signore della morte. Sant’Agostino diceva che se Dio non lo bloccasse, il demonio ci ucciderebbe tutti. Ed è comune, nelle persone colpite da Satana, la tremenda tentazione al suicidio. Io incontro continuamente casi di persone spinte al suicidio e che in extremis vengono salvate. Questi libretti che incitano al suicidio vengono diffusi anche tra i bambini. I genitori pensano che si tratti di album di figurine o di giocattoli, e non ci fanno caso. E invece si tratta di album di magia e di satanismo.
E la Chiesa, di fronte al diffondersi di questo fenomeno, cosa fa?

AMORTH: È completamente assente! Da trecento anni si è cessato di far esorcismi nella Chiesa latina (non è così nella chiesa ortodossa e in certe confessioni protestanti). E perciò sacerdoti e vescovi, non avendo mai visto esorcismi, non parlandone mai, avendo evacuato dalla fede cattolica così come viene insegnata nei seminari la presenza personale del diavolo, non ci credono più. Ritengo che il 99 per cento dei vescovi non crede più nell’azione straordinaria del demonio.
Basta vedere il nuovo rituale esorcistico preparato dalla Santa Sede: è stato fatto da persone completamente incompetenti, e che hanno paura degli esorcismi. “Se non c’è la certezza della presenza di Satana non si facciano esorcismi”, dice il nuovo rituale. Ma questo è assurdo: Satana si nasconde, si camuffa in tutti i modi. Il vecchio rituale romano insegnava la prudenza, per non confondere mali psichici con infestazioni diaboliche, ma insegnava anche i trucchi che usa il demonio per camuffare la sua presenza.
E dirò di più: il nuovo rituale proibisce di fare esorcismi in caso di maleficio: ma i casi di maleficio sono oltre il 90 per cento di tutti i casi di infestazione diabolica. Secondo il nuovo rituale, quindi, non bisognerebbe mai fare esorcismi! Pare incredibile, ma il nuovo rituale è in diretta contraddizione con il vecchio rituale romano. Sono state cancellate delle cose preziosissime che c’erano nel rituale romano. Salvo i primi dieci capitoli che parlano dei fondamenti evangelici dell’esorcismo, questo nuovo rituale è tutto da cestinare.
Sono incredibili queste riforme liturgiche che partono dal presupposto che la Chiesa per secoli si è sbagliata. Sì. Satana è dappertutto. E può lavorare indisturbato, perché chi meno lo disturba sono i preti!.

L'ossessione di Adolf Hitler.

Secondo August Kubizek, uno dei pochi amici di Hitler durante la sua giovinezza a Linz, in Austria, le ossessioni magico-politico-razziali del fu turo Fuehrer si rivelarono d'improvviso attorno al 1904, quando Hitler aveva quindici anni. Dopo aver assistito a Rienzi, un'opera di Wagner impregnata d'esoterismo dedicata al tribuno Cola di Rienzo, il giovane Hitler cominciò a parlare di "una missione che il destino gli aveva riservato" e che "avrebbe affrancato la sua razza dalla servitù". Sempre secondo Kubizek, in quell'accasione Hitler parlò per la prima volta con quella voce frammentata e caratterizzata da violenti toni d'ira che sarebbe divenuta tristemente famosa grazie ai suoi discorsi, e che non era la voce "normale" con cui si e sprimeva quotidianamente. "Pareva lui stesso stupito" scrisse Kubizek - "come se sentisse le parole di un altro uscire dalla propria bocca" I primi sintomi di una forma di schizofrenia che l'avrebbe accompagnato per tutta la vita?

Probabilmente. Sta di fatto che da quel momento Hitler cominciò a occuparsi, quasi a tempo pieno, di misticismo orientale, di astrologia, di ipnosi, di mitologia germanica, di occultismo. Era morbosamente affascinato dalle tematiche esoteriche delle opere di Wagner, di cui presto scoprì la fonte di ispirazione: la poesia medioevale di Wolfram Von Eschenbach, autore di un Parsifal dalla complessa simbologia ermetica. Un personaggio del poema lo colpì in modo particolare. Si trattava di un certo Klingsor che, secondo Hitler, era la trasposizione letteraria di una persona realmente esistita, il tiranno Landolfo II di Capua, scomunicato nell'875 per a ver praticato la magia nera con l'intento di acquisire il potere assoluto. Con ogni probabilità Hitler si identificò con lui, anche perché soffriva della stessa anomalia fisica: e rano entrambi monorchidi, ovvero dotati di un solo testicolo (a questo proposito, gli Alleati cantavano una marcetta, , su un'aria simile a quella di Colonel Bogey, forse inventata dallo stesso Servizio Segreto Inglese a scopo denigratorio). Nel 1909 Hitler prese contatto con Jorg Lanz Von Liebenfall, ex-frate fondatore di un ordine esoterico denominato "I Nuovi Templari", che predicava, tra l'altro, la superiorità della razza germanica.

Fonte: dal web

Caso Claps a Potenza, la Twin Peaks lucana

SCOMPARSE. Riaperta l'inchiesta sulla ragazza scomparsa il 12 settembre 1993. Quando ha incontrato, in Chiesa, un ragazzo strano, Danilo, che ama le ciocche.


Questa storia viene dalla città capoluogo di regione più alta dell’Italia peninsulare. Potenza è a 819 metri sul livello del mare ed la città più popolosa della Lucania, altrimenti detta, Basilicata. A differenza di Matera, che risente del carattere levantino e barocco della Puglia, Potenza è una città sobria, rigida, burocratica, finanche calvinista. A partire dagli anni 60 è stata ricoperta di cemento, dando vita al cosiddetto «sacco di Potenza», più volte denunciato soprattutto dagli intellettuali raccolti intorno a Leonardo Sacco, amico di Rocco Scotellaro, l'autore dell'Uva puttanella, collaboratore di Comunità e mitico direttore della rivista Basilicata. A Potenza non ci sono clochard, e il benessere impiegatizio e commerciale è abbastanza diffuso. È una città normale, insomma, punto di riferimento burocratico e universitario dell’intera provincia paesana.

Questa storia viene da decenni di silenzio. Io l'ho incrociata sulla strada per Potenza perché sono cresciuto nella sua provincia. La prima volta che ho messo piede in questa città fu durante la visita militare, all’inizio del 1994. Quel giorno, in caserma, toccava farsi visitare ai diciottenni del mio paese, Rotonda, e ai ragazzi di Pescopagano. Furono due giorni indimenticabili. Dormii con un mio compaesano in una squallida pensione – avevamo i soldi contati al centesimo. Per noi del paese, Potenza era lontana, era come Milano. Poi imparammo a dire che era «la più brutta città d’Italia» e, infine, morsi dai primi segni della stanchezza, iniziammo a dire che «in fondo è tranquilla, è sicura, non è poi così male». Qualcosa di simile a Twin Peaks, il telefilm di David Lynch che nei primissimi anni '90 gettò la mia generazione in un pozzo di domande inquientanti come il celebre tormentone: «Chi ha ucciso Laura Palmer?».

La storia che vi racconterò è di poco successiva a quegli anni. E non è fiction. Una storia che fa male, di cui si è occupato Chi l'ha visto?, senza venirne a capo. Oggi si deve riprovare a dipanare i fili di questa matassa, perché la polizia di Potenza ha riaperto l'inchiesta a seguito di una lettera anonima che apre nuovi scenari. Nuovi svilppi di cui daremo contro nelle prossime puntate.

Tutto inizia la sera dell’11 settembre del 1993. Quella sera una ragazza di sedici anni, Elisa Claps, nata nel 1977, riceve una telefonata. A chiamarla è Danilo Restivo, un ragazzo potentino di vent’anni. La vita di Elisa Claps, fino a quella sera, era tranquilla: andava al liceo classico, frequentava la chiesa, aveva gli amici, e si era lasciata da poco con il fidanzato. Una ragazza buona, ingenua, con il volto ancora paffuto e acceso di adolescente spensierata. Danilo Restivo, invece, era un ragazzo strano e problematico. A quattordici anni era stato denunciato perché aveva legato e seviziato nel cortile della Biblioteca nazionale di Potenza due giovanissimi ragazzi, ferendoli con il coltello. Soprannominato «il parrucchiere», perché ha il vizio di tagliare ciocche di capelli a ragazze ignare del suo rito.

Da un po’ di tempo, Danilo Restivo provava ad avvicinare Elisa, ma senza successo, perché Elisa non era interessata a quei corteggiamenti. Però quella sera, al telefono, Danilo riesce a strappare a Elisa una promessa; la promessa, cioè, di poterla vedere alle 11.30 del giorno dopo, 12 settembre, in pieno centro, davanti alla chiesa della Trinità di via Pretoria. Elisa non aveva granché voglia di vederlo, Danilo, ma fu mossa a pietà, e quindi accettò con leggerezza l’appuntamento.

Il giorno dopo, che era una domenica, Elisa doveva tornare a casa alle 12.30, perché insieme al padre Antonio, la madre Filomena, i fratelli Gildo e Luciano e all’amica Eliana De Cillis, doveva andare fuori Potenza a mangiare in campagna. Intorno alle 11 del 12 settembre Elisa esce con Eliana e si dirige verso via Pretoria, ma siccome Elisa deve incontrare Danilo Restivo, le due ragazze si separano, e si danno appuntamento per le 12.15 presso le cabine telefoniche di piazza Prefettura. Cosa fa Eliana in quell’ora di vuoto? Dice di aver telefonato al suo fidanzato, Francesco Urciuoli, residente a Potenza, curioso personaggio ossianico. Peccato che quel fine settimana Urciuoli fosse in vacanza fuori Potenza. E poi? Poi una serie di cose un po’ balbettate – e molta, molta confusione. Intanto Elisa va all’appuntamento con Danilo Restivo, e da quel momento della giovane ragazza potentina non si saprà più nulla. Scomparsa nel nulla.

Eliana attende Elisa fino alle 12.50. Poi, spazientita, si dirige verso casa Claps in via Mazzini 69. Citofona e chiede di Elisa. Tutti i familiari cadono dalle nuvole, e le dicono: «Siete andate in chiesa insieme. Pensavamo che sareste ritornate insieme». Allora Gildo, il fratello di Elisa, dice a Eliana di tornare in piazza Prefettura, perché magari nel frattempo è ritornata. Eliana sale in piazza, ma in piazza non c’è nessuno. Elisa è proprio scomparsa.

La famiglia Claps inizia ad agitarsi. Gildo, il fratello di Elisa – che all’epoca aveva ventiquattro anni, essendo nato nel 1969 – scende sotto casa alle 13.30 e rimane per strada in attesa della sorella per circa mezz’ora. Poi decide di andare a via Pretoria insieme a un amico, ma di Elisa nessuna traccia. A quel punto intravede Eliana che parla da una cabina pubblica: sta parlando con Angelica Abbruzzese, sua amica e amica del cuore di Elisa. Le sta dicendo che ha avuto un contrattempo con Elisa e le chiede se fosse disponibile ad andarla a prendere. Gildo le chiede notizie. A quel punto Eliana è costretta a confessare che quella mattina lei ed Elisa non sono andate a messa, perché Elisa aveva un appuntamento con Danilo Restivo.

Angelica, Eliana e Gildo vanno a casa Claps. Sono preoccupati. Aspettano con ansia che Elisa telefoni, almeno questo. Ma il telefono rimane muto. A quel punto telefonano a Danilo, e gli chiedono spiegazioni. Danilo conferma di essersi visto con Elisa in chiesa, e di aver parlato con lei. Ma racconta pure che dopo quel colloquio Elisa è uscita dalla chiesa da sola, mentre lui è rimasto a pregare ancora un po’ da solo. Prima di chiudere la telefonata, Danilo ci tiene a sottolineare una cosa: rientrando a casa, presso i cantieri delle scale mobili, si è ferito a una mano. Un dettaglio che, vedremo in seguito, sarà di estrema importanza.

Potenza, in quegli anni, era un cantiere aperto. Si respirava l’odore del cemento. Facile era appartarsi, in specie nel fine settimana, tra i varchi dei cantieri disadorni e deserti. La città si stava togliendo di dosso definitivamente le rovine e le croste del terremoto del 1980.

Le ore passano e di Elisa nessuna notizia. E qui Elisa Claps cambia natura. Da corpo vivo si trasforma in fantasma, perché più persone dichiarano di averla vista a Potenza anche nelle ore successive alla scomparsa. È il caso di Giuseppe Carlone, vicino di casa dei Claps, che dichiara di aver visto Elisa alle 13.40 davanti al cinema Ariston di via IV novembre, a pochi passa da via Mazzini. Ma la sua testimonianza è smentita dallo stesso Gildo, che piantona quella zona dalle 13.30 alle 13.50. Un certo Massimiliano Carlucci, poi, sostiene di aver visto Elisa uscire dalla chiesa alle 12.45. Adelaide Masella, infine, amica di Eliana e di Elisa, sostiene – senza risparmiare particolari – di aver visto le due ragazze alle 12.50, addirittura in via Mazzini. Qualcuno mente. Ma chi? E perché?

Alle otto di sera l’intera città di Potenza è tappezzata di manifesti che annunciano la scomparsa di Elisa Claps. Nessuno poteva ancora immaginarlo, ma quella scomparsa e quella data – 12 settembre 1993 – sarebbe stata una delle pagine più nere della storia della città. Ancora oggi, a sedici anni di distanza, Potenza si chiede in quale vicolo, in quale strada, in quale casa sia nascosto quel buco nero vorace dove Elisa è stata risucchiata.

C'è una strada che porta a Bournemouth, nel Dorset, sud dell'Inghilterra. Nel 2002 fu trovata morta e seviziata Heather Barnett, una donna con due ciocche di capelli in mano. Restivo abitava a pochi metri dalla casa di questa donna. Si è sempre dichiarato innocente. Ma la ciocca sembra una firma. Sua o della maldicenza di Potenza. Un segno che pare gemellare, nel segno del giallo, la città inglese e Potenza, da cui si deve ripartire. Per non dimenticare Elisa e lasciare accesa la speranza di sapere che fine ha fatto.

di Andrea Di Consoli

Danilo Restivo e il delitto Barnett

Due volte fermato e rilasciato il giovane sospettato dell'omicidio Claps

LONDRA - Il nome di Danilo Restivo, principale sospettato per la scomparsa di Elisa Claps, è emerso anche nella vicenda misteriosa e terribile dell'omicidio di Heather Barnett, una donna inglese di Bornemouth, madre di due figlie, assassinata brutalmente il 12 novembre 2002.
Restivo, che viveva in un appartamento nella zona di Charminster, di fronte a quello della donna, fu arrestato nel 2004 nel corso delle indagini su quel delitto: negò ogni coinvolgimento e fu rilasciato senza alcuna incriminazione. Arrestato di nuovo due anni dopo fu interrogato nuovamente, ma di nuovo rilasciato. Heather, 48 anni, fu trovata morta dalle figlie in bagno in uno scenario terrificante: era stata colpita in testa con un oggetto simile a un martello, e pugnalata. I seni erano stati mutilati e lasciati accanto al corpo. Nella mano c'erano dei capelli, lunghi 9 centimetri, che non erano i suoi.

Secondo le informazioni date dalla polizia del Dorset, le analisi chimiche e degli isotopi di quei capelli rivelarono che la persona cui appartenevano quei capelli viveva nel Regno Unito, che era stata all'estero due volte nei tre mesi che erano trascorsi dall'ultimo taglio di capelli, e che aveva cambiato dieta. Sempre le stesse analisi indicarono, secondo Stuart Black, l'esperto che le ha condotte, che la stessa persona viaggiò in quei mesi tra Valencia e Almeria in Spagna e il sud della Francia, e infine la zona di Tampa, in Florida. La polizia del Dorset si è recata in Italia ancora nel febbraio di quest'anno per consultarsi con i colleghi italiani che indagavano sul giallo di Elisa Claps.
Il sovrintendente Mark Cooper, nel suo ultimo appello a chiunque avesse informazioni, in particolare a chiunque avesse avuto una ciocca di capelli tagliata da uno sconosciuto, disse che costui o costei "potrebbe essere un testimone significativo" (e Restivo aveva il "vizietto" di tagliare ciocche di capelli alle donne). Lo stesso dicasi per un uomo ripreso dalle telecamere davanti al Richmond Arms Pub sulla Charminster Road attorno alle 9:30 del mattino in cui fu commesso l'omicidio. L'altro elemento è l'impronta di una scarpa Nike 'Terra Part Stormy' lasciata nel sangue sulla scena del crimine. Cooper ha detto che "l'indagine sull'assassinio di Heather Barnett non sarà chiusa, e noi restiamo determinati e decisi a trovare il suo assassino feroce, quanto lo eravamo nei primi giorni e settimane dopo la tragica morte di Heather".

Elisa Claps: l’ombra delle sette sataniche nel suo omicidio?

Leggendo la cronaca di queste ore sul ritrovamento del corpo di Elisa Claps, mi sono imbattuta in una dichiarazione del criminologo Francesco Bruno che mi ha spinta a fare alcune ricerche. Bruno suggerisce agli inquirenti di non trascurare la pista satanista dicendo: la Basilicata e’ una terra molto vicina e soggetta a culti esoterici e satanici. Il fatto che vengano tagliate ciocche di capelli e il corpo della ragazza messo in una chiesa potrebbe spingere verso questa direzione che io non scarterei (LINK)

Ho ricercato allora il significato del nome Elisa ed il primo risultato è stato questo: il nome Elisa (n.d.a. abbreviativo di Elisabetta) deriva dall’ebraico Elisheba, composto da El, “Dio” e sheba, “sette”, ma in senso figurato questo numero indica la perfezione; il significato del nome è perciò “il mio Dio è perfezione” o, in alternativa (riporta Wikipedia), “Dio è giuramento”. L’onomastico è tradizionalmente festeggiato il 26 giugno in memoria di santa Elisa (n.d.a. in ogni calendario, di qualsiasi cultura, la data è indicativa e identificativa di determinati eventi).
Non è raro, nell’ambito di tali ricerche, imbattersi in significati esoterici molto particolari riguardanti la numerologia ma, proprio nel caso del nome Elisa, imbattersi nel numero “sette” (esotericamente numero perfetto e nomenclatura comunemente usata per identificare culti esoterici e satanici) mi spinge a fare qualche ulteriore ricerca. Mi soffermerei però anche sui significati di “il mio Dio è perfezione” e “Dio è giuramento” perchè, legando tali frasi al mondo delle sette, mi viene in mente che questi si riferisce ad un altro Dio “perfetto” (non cattolico) a cui si fa giuramento attraverso un sacrificio umano! Elisa Claps era una ragazza molto devota!
Alt, alt… anche io mi chiedo come mai sono partita con questi discorsi che danno subito l’impressione che chi scrive sia una mente malata ma a volte l’istinto soverchia la ragione e si và avanti senza un perchè: non mi offendo di sicuro se penserete che sono impazzita!
Comunque sono partita dalle dichiarazioni di Francesco Bruno che ha inoltre espresso dubbi nei giorni passati sulla morte di Pietrino Vanacore; secondo Bruno infatti non si tratta di suicidio bensì di omicidio.
Francesco Bruno inoltre richiama l’attenzione sul fatto che il corpo di Elisa Claps è stato ritrovato in una chiesa… e trovo che: nella pagina web di santiebeati si trova una certa Sant’Elisa (Eloisa) la quale, a Coulombs (Francia) si fece costruire un’angusta celletta, a ridosso del muro della basilica, dove si rinchiuse per sempre, rimanendovi forse murata sino al giorno della sua morte. Quindi come Elisa Claps anche Elisa (Eloisa nobildonna francese) rimase sino alla morte murata in una chiesa. Ma anche qui, nella storia di questa devota donna vissuta nei primi anni 1000, qualcosa in più doveva colpirmi durante la mia lettura. Nell’articolo che riguarda Eloisa si parla dell’abbazia benedettina di Notre-Dame di Coulombs presso Nogent-le-Roi, nella diocesi di Chartres. E proprio Chartres non mi era nuovo! Il caso ha voluto che proprio ieri avevo letto lo stesso nome di luogo in un commento ad una articolo del sito lagiustainformazione2 e che riporto così come è scritto: …Fra tante certezze o incertezze su via Poma, c’è una certezza che viene dalla Francia in merito al Mostro di Firenze. In Francia in questi giorni si è scatenata una bagarre perchè alcuni giornali della Provenza e dell’Alsazia hanno pubblicato il nome del personaggio che indicò San Casciano alla coppia francese Nadine e Jean. Fu il sociologo Salvatore Maugeri, à la fac de Chartres. Polo esoterico famoso quanto quello di Praga. Interfaccia tra la famiglia di Nadine e Jean e la setta segreta o satanica toscana. La coppia come si evince fu vittima di una trappola. Salvatore Maugeri conosce da sempre i referenti esoterici fiorentini più propensi ad uccidere che ai rituali delle messe nere ( LINK ).
Ricerco quindi notizie in merito a quanto scritto nel commento lasciato sul sito curato dalla giornalista Gabriella Pasquali Carlizzi ed in Google-News trovo l’articolo che parla di questo Salvatore Maugeri: Un professore di sociologia presso Chartres, Salvatore Maugeri, un amico di Jean-Michel Kravechvili ha attualmente completato un manoscritto che elenca i dettagli dei sette omicidi e analizza le diverse ipotesi circa l’identità del serial killer. Il fratello della vittima, sulla base di questi elementi per chiedere la riapertura del caso ( LINK ). Non so e non trovo conferma circa l’affermazione del lettore al fatto che fù Maugeri a suggerire a Nadine e Jean di recarsi a San Casciano ma di certo è ben particolare il fatto che il loro fu il settimo omicidio, anche qui troviamo riferimento alla pista delle sette sataniche che ci riportano ai delitti del Mostro di Firenze, che il luogo da dove parte il suggerimento a riaprire le indagini è Chartres dove mori murata a lato dell’abbazia Elisa (Eloisa), che sono passati 25 anni da quest’ultimo delitto e che riconducendo ad un solo numero il 25 avremo SETTE.
Per ora di sicuro c’è che Elisa Claps fu uccisa lo stesso giorno della sua scomparsa e che è stata “sepolta” nell’abbazia di Potenza. Ancora non c’è invece il nome dell’assassino (o degli assassini), un movente e/o una pista da seguire. Magari, partendo dalle affermazioni del criminologo Francesco Bruno, si potrebbe allargare lo spettro delle indagini e degli indagati per ricercare la verità sulla morte di Elisa?
Le mie invece sono solo ricerche e divagazioni che possono non significare nulla… (o tutto?)


Video by Paolo Cochi

Una bambina identifica un parlamentare come assassino di suo padre

India: omicidio commesso nell'ondata di violenza anticristiana del 2008

ROMA, martedì, 16 marzo 2010 (ZENIT.org).- Nello Stato indiano dell'Orissa, una bambina ha identificato un parlamentare come assassino di suo padre, una delle vittime dei massacri anticristiani perpetrati dagli indù. La vittima poteva scegliere tra rinnegare la propria fede o morire.

La piccola, di sei anni, ha identificato Manoj Pradham, membro dell'Assemblea Legislativa dell'Orissa, come omicida del padre, torturato e poi massacrato nell'ondata di violenza del 2008, informa Eglises d'Asie (EDA), l'agenzia delle Missioni Estere di Parigi.

Lipsa Nayak e sua madre facevano parte delle centinaia di testimoni citati dai due tribunali speciali istituiti in Orissa per giudicare le questioni relative agli attacchi contro i cristiani. Quando il giudice ha chiesto loro se potevano identificare l'assassino, la bambina ha indicato Manoj Pradhan, un leader del Bharatiya Janata Party (BJP, Partito del Popolo Indiano), vetrina politica dei nazionalisti indù.

La madre della piccola ha spiegato alla Corte che il marito si era rifugiato nella foresta con la sua famiglia, ma un gruppo lo aveva individuato. La giovane vedova, di 25 anni, ha raccontato come egli abbia reagito con calma e determinazione quando gli è stato chiesto di rinnegare la sua fede per non essere ucciso.

"Hanno giocato con lui per qualche giorno prima di farlo a pezzi e bruciarlo con il cherosene", ha dichiarato, aggiungendo che la figlia, che all'epoca aveva quattro anni, è stata testimone del crimine.

In un'udienza svoltasi il 12 marzo, gli avvocati della difesa e il Pubblico Ministero hanno sottoposto la piccola a un interrogatorio durato 90 minuti, chiedendole delle persone che aveva visto uccidere suo padre e quale fosse il luogo del crimine.

"Ha risposto a tutte le domande senza esitazione", ha dichiarato all'agenzia Ucanews Me Raj Kishore Pradhan, un avvocato collaboratore del Pubblico Ministero.

Manoj Pradhan rappresenta la circoscrizione di G. Udayagiri del distretto di Kandhamal nell'Assemblea dell'Orissa. E' stato accusato di essere uno dei principali istigatori delle violenze del 2008, e doveva rispondere di nuovi capi d'accusa, tra cui 14 incendi criminali, saccheggi e una decina di omicidi. Arrestato nel 2008, si è presentato alle elezioni dell'aprile-maggio 2009 ed è stato eletto al Parlamento dell'Orissa. Dopo essere uscito di prigione a luglio, è stato assolto da tutte le accuse dalle Corti Speciali di Giustizia dell'Orissa "per insufficienza di prove".

"C'è una bambina che ha trovato il coraggio di testimoniare contro quello che rappresenta il potere politico", ha sottolineato Me Pradhan. Il suo esempio, ha aggiunto, "dovrebbe esortare altri a testimoniare in tribunale e permettere che si faccia giustizia".

Anche padre Manoj Kumar Nayak, che è dello stesso villaggio, spera che la testimonianza della bambina renda finalmente giustizia alle vittime.

Il sacerdote cattolico sottolinea che il parlamentare Manoj Pradhan fa parte delle 307 persone assolte per mancanza di prove sufficienti dalle Corti Speciali di Giustizia. A suo avviso, la maggior parte dei sospettati non è stata sempre condotta davanti a un tribunale, o addirittura non è mai stata arrestata.

Da Zenit.org